Cappellette di Vallepietra

Il Fagiolo Cappellette è stato rinvenuto lungo le sponde del fiume Simbrivio, nei piccoli appezzamenti coltivati nell’agro del comune di Vallepietra. Il nome si deve alla particolare colorazione a fondo bianco con una macchia violacea che ricorda un cappellino calzato sul seme. La storia di questo fagiolo rampicante è ancora da scrivere, ma i contadini del posto lo coltivano da generazioni insieme agli altri fagioli autoctoni. Avendo uno sviluppo indeterminato, anche il Cappellette ha bisogno del sostegno delle “roccate”, impalcature piramidali a base quadrata, costruite con 4 lunghe verghe di orniello, ognuna delle quali è inserita in una buchetta dove sono stati alloggiati i semi. Le verghe sono poi legate nella parte apicale e in alcuni casi, assicurate da un’intelaiatura, sempre di paletti di orniello, che ne garantiscono la tenuta contro il vento. In alternativa, si fa avviluppare su spalliere a filare, una modalità che agevola il lavoro dell’agricoltore. Il fiore del Cappellette è di colore giallo e le piante hanno foglie a forma di cuore. I baccelli contengono pochi semi, mai più di cinque, e sono lasciati seccare sulla pianta, fino alla raccolta. L’innalzamento delle temperature e lo spopolamento dell’area sono tra le insidie maggiori alla sopravvivenza di questa varietà locale. Il seme è ancora oggi selezionato e poi conservato dagli agricoltori in barattoli di vetro con l’aggiunta di foglie aromatiche: un rimedio empirico caro agli agricoltori più anziani contro gli attacchi del tonchio. Il Cappellette è ad alto rischio di erosione genetica e per questo iscritto dal 2006 nel Registro Volontario Regionale.

Presente nei comuni di: Arsoli, Marano Equo, Riofreddo, Vallepietra, Vallinfreda, Vivaro Romano

Fagioli secchi

Da agosto fino a ottobre

In concomitanza alla Sagra del fagiolone di Vallepietra