- Tipo: vegetale
- Genere: Cynara scolimus L.
- Specie: Cynara scolimus L.
- Nome: Castellammare
Descrizione
Il Castellammare è un carciofo di tipo “Romanesco” che predilige i terreni meridionali del Lazio, dove il clima mite consente una produzione relativamente anticipata, tra gennaio e febbraio. Proprio la precocità è il tratto che lo distingue dal Campagnano, rispetto al quale presenta cimaroli di dimensioni appena inferiori. Facendo parte della famiglia del Romanesco, questo carciofo è apprezzato in cucina per la consistenza, la dimensione e la totale mancanza di spine. Presente in molte ricette tipiche laziali, è ricorrenza mangiarlo a Pasqua, fritto intero oppure cotto alla “romana” con aglio e mentuccia.
Di colore verde violaceo, è compatto, di forma sferica, leggermente schiacciata con il caratteristico foro all’apice. La raccolta è scalare, si protrae fino a maggio e va eseguita a mano, quando i primi capolini hanno raggiunto la giusta dimensione a seconda che il prodotto sia destinato al consumo fresco o al conservato. Il mantenimento di una carciofaia richiede molto lavoro e gli agricoltori, ormai anziani, si ricordano come da giovani si siano “fatti grossi” a forza di dicioccare e scarducciare le piante sin da ragazzini. Il Castellammare è una varietà che ha bisogno di “essere accarezzata”, ovvero curata con attenzione, ma la mancanza di manodopera e i costi di produzione lo rendono un prodotto marginale. Inoltre è battuto in precocità da altre varietà moderne più produttive e soffre l’instabilità climatica con inverni troppo freddi o estati troppo calde, ormai sempre più frequenti. Il Castellammare è tra le varietà locali di carciofo indicate nel disciplinare del marchio IGP “Carciofo Romanesco del Lazio” ed è iscritto al Registro Volontario Regionale.
Presente nei comuni di: Priverno, Sezze