Descrizione della tappa
Da sempre costretti a convivere con il disordine delle acque causato dallo scorrimento dei fiumi Salto e Turano e dei numerosi fossi che intessevano la conca, gli abitanti della Valle del Turano hanno vissuto fino agli anni Trenta del '900 di un’agricoltura basata sulla cerealicoltura e la coltivazione di legumi, vite, lino e canapa. Per il sostentamento della popolazione locale era di primaria importanza la raccolta dei prodotti del bosco come pure l’allevamento del bestiame e il lavoro stagionale nelle pianure dell’agro romano e reatino. La popolazione della valle del Turano partecipò alla grande migrazione di fine Ottocento avviando contatti con le Americhe, in particolare quella del Sud, da cui è giunto il Fagiolo a Pisello.
L’assetto territoriale ha subito un profondo stravolgimento a metà degli anni Trenta, quando iniziò la costruzione di due bacini artificiali comunicanti per la produzione di energia elettrica, con lo sbarramento dei fiumi Turano e Salto. Il conseguente allagamento della piana e la nascita del lago artificiale causò la perdita di prati, pascoli e oltre 500 ettari di terra fertile. La coltivazione dei legumi venne spostata sulle zone acclivi aumentandone la difficoltà di irrigazione. L’imponente opera permise la produzione di energia, ma causò tensioni, perdita di case e terreni e contribuì all’intensificazione dei flussi migratori.
Mappa
Biodiversità
Percorrendo la tappa potrai scoprire le seguenti biodiversità