Descrizione della tappa
Lasciando alle spalle le vigne di Velletri, ci si dirige verso i Monti Lepini, territori un tempo noti per la coltivazione del tabacco e vocati alla cerealicoltura e alla coltivazione della frutta, della vite e dei legumi. Tra le vigne basse di Cori si coltivava il Bellone e il vitigno autoctono locale Nero buono, che rappresentano i due vitigni principali della omonima DOC, a cui oggi si uniscono altre varietà tipiche del basso Lazio a rischio di erosione genetica come l’Abbuoto e il Bombino nero. Sulle colline calcaree e intorno al lago di Giulianello però si continua a impiantare oliveti tra le rocce e si sta reintroducendo il frumento tenero Grano Serena. Incentivata dai monaci benedettini e poi dallo Stato Pontificio, la produzione di olio continua ad avere una grandissima importanza in questa zona. Nei primi del ‘900, predominavano la varietà Corniola, qui detta Oliva Minuta e l’Oliva Grossa (Itrana/Oliva di Gaeta), che si può anche mangiare condita o in salamoia. Presenti diversi impollinatori come il Leoncino e il Livone di Cori. Molti oliveti moderni sono costituiti da varietà ad ampia diffusione come il Leccino e il Frantoio che, insieme all’Itrana, sono alla base dell’olio Evo Dop "Colline Pontine".
Mappa
Biodiversità
Percorrendo la tappa potrai scoprire le seguenti biodiversità